Alessandro Altavilla è un “ragazzo” del 1985, ha grinta di natura ed è nel pieno dell’età della grinta.
Prima che Ambassador Pentax è Ambassador Ricoh, di cui Pentax ormai da tempo è partner. Ad Alessandro piacciono le sfide, e lo dimostra appunto la sua prima livrea Ricoh: non è facile lavorare con una fotocamera compatta a focale fissa grandangolare e per di più non intercambiabile.
La sua storia fotografia inizia a 17 anni, con una Yashica 24x36mm (siamo sempre in casa Fowa…). Autodidatta dalla testa ai piedi è passato poi alla fotografia professionale: Torino è la città delle auto per antonomasia e Alessandro fin da subito inizia proprio a lavorare nella fotografia di automobili, still life, non F1.
Il suo ingresso in Pentax è stato con una K-5, un 16-50mm f/2.8, un 60-250mm f4e un 100mm Macro. Questo per quanto riguarda il piccolo formato, perché in studio lavora molto spesso con una Pentax 645D, un mostro di medio formato da 40MP ma, esattamente come le sorelle minori del piccolo formato, estremamente compatta ed ergonomica. Usa soprattutto il 55mm f/2.8 insieme alla 645. L’ha scelta per il rapporto prezzo/qualità/prestazioni ineguagliabile.
Nei suoi shooting c’è naturalmente della postproduzione, ma meno di quanto possa sembrare sfogliando il suo portfolio. La ricerca del dettaglio è assoluta, il limite di Alessandro sta nella tecnologia fotografica che ad oggi consente solo due dimensioni, quando arriverà la terza dimensione allora Alessandro avrà finalmente la tecnologia adatta alla sua creatività. Nel frattempo i soggetti e gli oggetti delle sue immagini sembrano letteralmente schizzare fuori dal monitor o dalla stampa.
Il lavoro gli concede poco tempo per la pura ricerca e sperimentazione fotografica, ma in questo periodo sta sperimentando il light painting, l’action field e il “congelamento” di materiali vari.
La tua prima macchina fotografica: una Yashica 35mm
Il tuo corredo attuale: Pentax K-3 con 16-50mm, 60-250mm f4 e 100mm Macro, e Pentax 645D usata soprattutto con il 55mm f/2.8
Lo scatto più bello della tua vita: per un professionista ogni scatto DEVE sempre essere il migliore della sua vita, fino allo scatto successivo…
Il progetto più difficile della tua vita: tutti i progetti, quindi tutti i lavori che mi sottopongono hanno un certo livello di difficoltà, ma la mia professionalità serve proprio a risolvere qualsiasi progetto, anche il più difficile. Alla fine, per me, non esistono progetti difficili.
Il tuo goal: sul lavoro “segno” sempre; nella mia ricerca personale l’attuale ricerca sull’action field e sul light paintinig credo mi porteranno molto in avanti nella mia formazione. Fino al prossimo progetto …!
