Creatività, fotografia e Arte: la veste di Fowa 2.0

Creatività, fotografia e Arte: la veste di Fowa 2.0

Siamo in riunione con Marco, responsabile marketing di Fowa, azienda storica torinese, punto di riferimento per fotografi e videomaker in Italia e nostro partner tecnico che ci supporta con un arsenale di attrezzatura per video e foto. Marco ci comunica che Fowa parteciperà al Photoshow di Milano, la più importante rassegna in Italia dedicata al mondo di Foto & Digital Imaging. I brand più prestigiosi distribuiti da Fowa avranno a disposizione uno spazio espositivo di 250 mq all’interno del Superstudio di Via Tortona.


 




Per allestire questo spazio Fowa vuole stampare una serie di foto: si parla di Africa, di piante e di fiori o di food photography. Tutti temi interessanti ma triti e ritriti e con rischio altissimo di scadere nella banalità. Specialmente considerando che il Photoshow è tra meno di un mese e che considerando i tempi di stampa e di allestimento ci rimangono meno di tre settimane per ideare, produrre e post-produrre una collezione dignitosa di 20 scatti da stampare 2m x 2m.

Scatta il blocco da sindrome del foglio bianco, elettroencefalogramma piatto…



Blink! iacopo si illumina estrae lo smartphone e ci mostra la pagina Instagram di Target che da poco ha iniziato a seguire. Propone di realizzare una serie di still life che rappresentano i servizi e i prodotti Fowa come protagonisti al centro di una “storia” raccontata utilizzando il linguaggio delle figure retoriche: metafore, similitudini e sinestesie. Whaaat? Io e Marco, siamo un attimo smarriti, ma il suo entusiasmo ci coinvolge, l’elettroencefalogramma dà segni di vita… ci siamo! Abbiamo una visione e una mission da realizzare: c’è l’idea, ma non c’è tempo, non c’è budget!




 

La settimana appena trascorsa è stata un tour de force. Oltre ad avere una giornata di produzione per un altro progetto, diverse riunioni, due video da consegnare per altri clienti, abbiamo trovato il tempo per ricercare un infinità di reference, ideare circa 20 scatti definitivi, raccogliere altrettante idee generiche e spunti, trovare ogni genere di props visitando oltre 50 tra negozi, mercatini e cantine di amici e conoscenti. Sembra che ci siamo, lo shooting è fissato c/o studio Fowa!

Il team al completo si trasferisce a Moncalieri per una settimana a tutto gas: Iacopo Boccalari, art director, avrà il compito di trasformare le idee concepite in immagini evocative e originali, aiutato da Alo Belluscio, fotografo esperto capace di gestire ogni genere di attrezzatura per ottenere il risultato voluto, Valeria Gallo, stylist incaricata di realizzare i set fotografici, Giorgio Lambiase street artist incaricato di colorare le props e decorare i fondali, Pietro Ceciliani assistente jolly incaricato anche di realizzare il video backstage, e Michele Martinelli, producer che si occuperà dell’organizzazione e della gestione del progetto.





 

Se la settimana precedente è stata un tour de force questa è stata un iron man. In 6 persone abbiamo camminato più di 100km richiusi nello studio Fowa per oltre 60 ore, montato e smontato un'infinità di fondali colorati, colorato centinaia di oggetti, composto e scomposto decine di set fotografici e completato una collezione di 26 immagini di tutto rispetto.
 



Dopo un breve e intenso pre-production meeting in cui definiamo compiti e responsabilità di ogni membro della troupe, abbiamo settato la macchina (Pentax medio formato) e luci dello studio, scaricato due furgoni pieni zeppi di props, allestito lo spazio per colorare con bombolette spray (rigorosamente Montana 94 selezionate dal nostro colorista Je) e pianificato le foto da completare durante la prima giornata.

I fondali colorati tardano ad arrivare e i preparativi hanno portato via oltre mezza giornata. Ma siamo carichi e portiamo a casa 3 foto (backstage foto pattern, Zeiss Plant e Lytro): un pattern di lenti e cacciaviti colorati, una composizione di cactus colorati in cui una lente da cinema Zeiss si camuffa da vaso e infine un immagine che mostra la macchina Lytro che fluttua nel mezzo di una struttura di Megarays. Forse non tutti conoscono la macchina fotografica Lytro. Una macchina rivoluzionaria che permette di realizzare foto definendo a posteriori il punto di messa a fuoco grazie ad un sensore di 40 Megaray.
 

 
 
 



Vedere le 3 foto del giorno prima ci carica e ci mette voglia di arricchire la collezione. Lo scatto più challenging del giorno è quello per la torcia Metz. Il posizionamento degli elementi in prospettiva è molto complicato e lo scatto funziona con tolleranze di allineamento infinitesimali.



Come spesso accade facciamo uno scatto di prova tenendo a mano il cono di luce ritagliato. Posizionamento perfetto. Proviamo a fissarlo: sembra impossibile, gli elementi che interagiscono sono troppi e solo dopo numerosi tentativi riusciamo a far quadrare il tutto!

Per lo scatto Cut the Lens abbiamo colorato e tagliato a metà broccoli, zucchine, cavoli, rape e chi più ne ha più ne metta. La difficoltà è stata trovare una composizione bilanciata, non sovraccarica ma neanche vuota, in grado di comunicare immediatamente il concetto con un tocco di macabra eleganza. Lo scatto fatto per lo zaino Case Logic (link) è stato una passeggiata, è bastato il tempo di una partita a tris e abbiamo chiuso la giornata con 6 scatti.
 

 
 
 



Per la giornata di oggi è a nostra disposizione la modella Eva Squillari. Action! Si parte a tuono. Siamo in bolla, una macchina ben oliata che macina km. Impacchettiamo fondali, tavoli, quinte, prepariamo set, colori, pattern. Il planning dettagliato della sera precedente dà i suoi frutti.

Si parte con Bollitore bling bling. Scatto difficile che richiede di illuminare diversi soggetti e diversi piani che si nascondono e si rivelano tra di loro. composizione complicata dove ogni errore intacca l’eleganza dello scatto. L’eroe dello scatto è un bollitore WMF. Il prossimo protagonista è la macchina Pentax: corpo medioformato dal peso di 8kg che immortaliamo mentre si appende leggera come una borsetta fashion al braccio della modella. Nella mani esperte di Alo si procede dritti come un treno. La stencil art di Je si combina con la visione fotografica ideata per la compatta Lumix… Una quinta con pattern che riprende le maioliche vietresi, colori che si spengono, una specie di carta da partati che ricorda una nobiltà decadente, sovrastata da una compatta super-pettine e super-cool impugnata da una miss eleganza moderna che rimane in incognito.
 


 

Lunch time: salsicce e spezzatino. Galvanizzati dalla session del mattino non ci facciamo intimorire dalla pancia piena e la stanchezza che inizia a farsi sentire. Siamo pronti per uno scatto che prevedeva una macchina Lumix (modello link) che grazie a dei palloncini vola davanti a una ragazza sorpresa di questa leggerezza. La ragazza c’è, i palloncini a elio ci sono, la macchina Lumix super leggera c’e. Ma lo scatto non funziona.

Dopo un rapido cambio di sfondo la situazione migliora solo parzialmente, il colore azzurro cielo non richiama più lo spezzatino mangiato poco prima, ma la foto non funziona: la prospettiva non permette di notare immediatamente il “volo” della macchina e la presenza del viso umano seppur bellissimo stona con le altre foto.

Tilt. Si prova a nascondere la faccia con dei palloncini, ma orami il tilt è ufficiale. I palloncini volano sul soffitto, entrano dentro i flash rischiando di scoppiare e spaccare tutto. La troupe è balcanizzata. Mezzo team si distacca e va a colorare i palloncini con la vernice per togliere i fastidiosissimi riflessi del flash. Mezzo team è in una fase che alterna momenti di paralisi a momenti di iperattività senza risultati.

Arriva il cliente. Nota il panico: sudore, facce paonazze, caos. Il rischio di perdere la giornata da qui in poi o di dover almeno rinunciare allo scatto sale. Per fortuna Marco non mostra nervosismo, sdrammatizza e capisce il momento “critico”.
Fa la cosa migliore, che il cliente non fa quasi mai in questi casi… si mette in disparte e ci lascia lavorare senza aumentare il livello di balcanizzazione. Pietro, l’assistente, non intaccato dal panico grazie al ruolo di operatore video back stage è ancora lucido, ci propone di cambiare la composizione appendendo la macchina a dei palloncini per farla fluttuare sopra alla mano graziosa della modella. Uno scatto complementare a quello precedente con la Pentax. L’idea ci piace, proviamo un paio di soluzioni e ci siamo!
Next.
 


 

Tilt finito. Via con Mirrorless. Una composizione per rappresentare la famiglia di macchine fotografiche mirrorless di Panasonic (gh4, … , … links). Gestione dello scatto scientifica: ci sono le quinte per lo sfondo degli specchi, lo specchio colorato, i riflessi multipli, le macchine da inquadrare, le luci da impostare, la modella da posizionare… e la modella che ha il treno tra 30 minuti. Dobbiamo posizione 4 specchi e 3 elementi che interagiscono tra di loro e a ogni step si disfa quello precedente. Mancano 20 minuti al treno e non ci siamo. Sposta, ruota, tilta, tira, trasla, mano destra avanti e sinistra in dietro, specchio verso l’uccello, camera al centro, plastilina che si vede, flare in camera, troppo lontano, troppo vicino, piu su, più giù… right there, nailed! Ciuf ciuf. Eva è sul treno.





Day quattro parte a tuono... ah no quello è l’appunto di day 3.

Day 4 parte bene ma con scatto super difficile: l’idea rifinita durante colazione consiste nel fotografare una stampante da 35 kg mentre fluttua in aria. Antigravity printing: filo di nylon attaccato a un americana a 10 metri da terra per sollevare la stampante a 1m. Easy job.

Arriviamo in Fowa, prendiamo il plotter Roland lo portiamo in studio e cambiamo idea. Schiena rotta. La appoggiamo per terra. Ma ha un look pesante, sembra un mattone. Cerchiamo di dare un po’ di leggerezza inclinando la stampante: la alziamo a step usando scotch, barattoli, tappini fino a che troviamo un set up stabile e che ci convince e che permette a un filo di luce di filtrare. Dimenticavo: la foto si chiama Antigravity printing perché oltre alla stampante che sembra rimbalzare abbiamo previsto di lanciare delle palline magiche colorate in quadricromia CMYK. A livello tecnico Alo si scontra con i limiti di sync flash della medioformato: 1/125 s. Tanto motion blur, opta per luci spente e confida nella velocità del flash. Il risultato ci piace e il motion blur presente, ma non esagerato, crea un effetto realistico e dinamico. Anche il set up del lancio è stato complesso: 4 punti di lancio, countdown sfasato, rimbalzo random incontrollabile. Improvvisiamo delle barriere contentive, proviamo varie tecniche di lancio e ci siamo!

 

 

Via con la foto delle banane per il filtro a gradientato Cockin. Easy, due minuti e la svoltiamo. Si rivela invece una foto molto complicata che avrebbe richiesto una lente tilt shift per un risultato ottimale. Allineamento difficile, prospettiva che non funziona, filtro che non sta in piedi da solo, fondale che si macchia. Durante questo scatto scopriamo come l’essere occidentali ci renda impossibile apprezzare un'immagine che si sviluppa contrariamente alla norma occidentale: le banane orientate in questo modo non ci piacciono anche se a livello di luce e di layout funzionerebbero meglio. Allora si ricolora una banana e si riparte. Mi allontano per una telefonata, torno, scatto chiuso e via con la prossima. Forse devo stare fuori.

 

 

Via con la stampa laser. Serve geometria in uno scatto inizialmente pensato come un caos di fasci laser, luci da discoteca, macchina del fumo. Figo, ma non funziona nella collezione. Iacopo ha un colpo d’ispirazione, vede in qualche modo il logo di Atari e lo ricreiamo grazie a operazioni di scienza geometrica. Il tutto con un singolo laser e 13 scatti con posizionamenti millimetrici.

Via con lo scatto per la sveglia Oregon Meteo: scatto easy e portato a casa velocemente grazie a un lavoro sopraffino di Vale che ha creato una nuvola bellissima e paffuta: un palloncino ricoperto di colla, carta e cotone successivamente cotonato a mano con uno stecchetto BBQ. La dea bendata è dalla nostra, fuori è nuvolo e la nostra nuvola riprende esattamente la forma di quella della sveglia accesa solo per la foto!

Via con Thule Darts. Una cover Thule 13”, leggerissima ma dura come un guscio di tartaruga. Dopo un primo giro di lancio di freccette con un foglio di carta A4 al posto della custodia, abbiamo lanciato altre freccette, sicuri di non colpirla. La custodia è invece stata colpita più volte, ma non si vede neanche un graffio!

Fine giornata 6 scatti portati a casa, si pianifica day 5.
 

 
 
 



Siamo all'ultima tappa. Stanchezza che si fa sentire dopo tutti questi giorni rinchiusi nello studio Fowa, abbiamo scattato oltre 2000 foto per un totale di 135 GB. Ginocchia stanche come se avessimo fatto una maratona. Ma siamo a 22 scatti chiusi con obiettivo iniziale di 20. Siamo “alleggeriti” e riusciamo a lavorare con ordine. Via con 3D Graveyard. Colorazione esperta da parte di Je che ha ottimizzato i colori disponibili per ricoprire una montagna di “spazzatura tecnologica”. Piazziamo la stampante 3D Sharebot come se fosse una divinità che sovrasta un cumulo di tecnologia obsoleta e superata. Lo scatto rende, il verde chimico e la luce fanno sembrare che la stampante 3D abbia depositato tutti i suoi antenati che sovrasta incontrastata.

Via con Xeen Samyang Pois. Lenti cinema, vetro di qualità altissima, focus estremamente preciso e incisivo. Delle bombe. Decidiamo di onorarle con un pois realizzato componendo le lenti 24 mm, 50 mm e 85 mm.

Prossima foto: 3D fighting. Je ha colorato delle statuette ninja turtles rotte degli anni 90. Tutti nemici delle leggendarie tartarughe, che in questo scatto sfidano

Mattia, un ragazzo che lavora in Fowa stampato in 3D con il sistema Print house. Altri tre scatti e la collezione è completa! Postproduzione in tempi da record e si attende con ansia la stampa e l’allestimento al Photoshow! Ci vediamo dal 23 al 25 ottobre c/o stand Fowa!



 

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