Biografia

Aldo Belvedere, classe 1958, ha tante cose da raccontare, e non solo perché è già da diversi decenni su questo pianeta. Abbiamo, anzi, ha parlato per oltre un’ora durante l’intervista, ma avremmo potuto chiacchierare fino a sera, ascoltando ricordi, idee, ipotesi, meritevoli di essere messe su carta. Ma se il tempo è tiranno, il web lo è ancora di più e ci siamo limitati (in realtà per nulla) a queste poche… decine di righe!


Ricevette la sua prima macchina fotografica molto presto e fu una Exacta Varex con obiettivo Zeiss Biotar 58mm, meraviglioso all’epoca e tutt’oggi, (rappresentanza dalla Foto Exacta che poi diventò Fowa).


Appassionatissimo di gare automobilistiche sportive, nel 1974 durante una “Targa Florio”, si scocciò di comprare foto, e iniziò a cimentarsi in quella che poi divenne la sua professione: il fotografo.


Aldo da autodidatta assoluto ha cominciato così, imparando sul campo e attraverso le riviste di settore.

Sempre nel 74 un amico per comprarsi un auto fuoristrada Land Rover le vendette la sua Pentax Spotmatic disastrata con addirittura la leva di carica smontata ma fu subito mandata a riparare per poter iniziare al meglio.  

Nel 1976 la Spotmatic  lo abbandonò e venne il momento di acquistare una nuova fotocamera, la scelta cadde subito su una Pentax MX con un 24mm, un 80-200mm e un 50mm f/1.4. Nel 1979 Aldo cominciò a lavorare più seriamente nel laboratorio fotografico della sezione archeologica della Sicilia Occidentale con un fotografo professionista che ha oltre al banco ottico possedeva anche una Pentax 67.


Continuando a lavorare passò a uno dei primi corpi LX, il primo di tre che ha avuto, poi alla Z1 prima e a due corpi MZ S corredati da tutte le ottiche dopo.


Siamo già ai primi anni 90 e alle prime digitali ma Aldo testandole a fondo non rimase soddisfatto della qualità e dei risultati e saltò quindi varie generazioni di reflex digitali.

Ma il digitale attrae e inizia a spopolare e Aldo inizia così il suo cammino con ben quattro K-10,  una K-20, ma al contempo lavorando ancora sia con la 645 che con la 67 e il banco ottico realizzando pannelli da 1x1,5 metri.

Nonostante il lavoro incalzante e le commesse sempre più importanti non ha affiancato la 645D alle sue medie formato a pellicola perchè ha preferito investire in scanner di elevatissima qualità come uno scanner Noritsu super modificato in grado di ottenere file da 6.000 pixel per lato lungo.


A questo punto ci chiediamo: perché la sua vita è girata tutta intorno alle macchine fotografiche e alla fotografia?


“È iniziata al seguito della mia passione per le auto da corsa, ma poi ho pensato che io c’ero anche per altro, e quando ho visto che la fotografia mi aiutava anche a evidenziare una realtà architettonica che mi piaceva, che mi faceva pensare alle persone che millenni fa l’abitavano, allora ho deciso di spostare questo terzo occhio. La fotografia mi permette una sintesi che neanche la scrittura può essere così sintetica e concisa.

Io mi sento di descrivere e di condensare in un rettangolo o in un quadrato, discorsi molteplici, interrogativi, forse soluzioni, in una fotografia che apre ad altri discorsi, che genera riflessioni, che suscita meditazione.”



Aldo è uno scrittore per immagini, e non è un caso se la letteratura italiana e non solo del 900 vanta tra le sue firme più grandi e geniali autori siciliani che altro non hanno fatto se non scrivere e descrivere la propria terra, ma soprattutto la propria gente.

Domande

La tua prima fotocamera: una Exacta Varex


Il tuo scatto più bello:
quello che ancora dovrò fare, nel frattempo è una foto fatto con l’Exacta: è l’ingresso di una casa nel quartiere popolare nel centro storico di Palermo, due bambini e un cane che mi guardano , di questa foto ne sono molto innamorato perché ho pensato, se sono riuscito a fare una foto così, ci siamo! In pochi metri quadrati c’è descritta una certa essenza del cuore della Sicilia e non solo.


Il suo corredo fotografico
: spazio insufficiente per scriverlo per intero!


Il progetto più difficile
: incontrare in pieno agosto un architetto che mi chiede di iniziare il giorno stesso un lavoro in bianco e nero fotografando, sviluppando e stampando con temperature intorno ai quaranta gradi.


Il progetto in cui è attualmente impegnato
: ne ho due, il primo è quello di fotografare tutti i negozi storici di Palermo con un banco ottico e con una 645D; il secondo, sulla scia della Grande Bellezza, tirare fuori la grande bellezza di quest’isola unica al mondo


Il tuo goal
: aver avuto la consapevolezza a un certo momento della mia vita di avere conoscenza tecnica e “culturale” del mezzo fotografico quando ho preparato una studentessa dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo e vederla vincere una borsa di studio che l’ha portata ad insegnare ad Arles.